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Recensione “White as Witching” di Katherine Buel

 

Once upon a time, a queen gave birth to two daughters, one as rosy and fair as dawn and the other with skin as pale as snow and hair as dark as ebony.

White as witching è un meraviglioso retelling in chiave dark della storia di Biancaneve con alcuni riferimenti ad altre fiabe. 

La protagonista di questa tragica storia è Snow, unica erede legittima al trono, che ha assistito da bambina alla morte del padre per mano di sua zia Lyric, la strega più potente del regno. 
Fin da piccola Snow è costretta a nascondersi in un piccolo villaggio per paura di cadere nelle grinfie di Lyric.
Quando verranno selezionate delle ragazze da portare a Palazzo a cui viene promesso un matrimonio prestigioso, Snow si proporrà per mettere in atto la sua vendetta, ma le cose non vanno mai come dovrebbero.

Adoro lo stile di scrittura dell'autrice che non è semplice come ci si aspetterebbe da un libro di questo genere. In meno di 300 pagine è riuscita a creare un quadro perfettamente chiaro della storia con personaggi complessi e un mondo ben strutturato. 
L'unica pecca è che avrei voluto scoprire qualcosa in più su Lyric. 

Every witch knows that words have power. Every queen knows that not all power is magic.
Sono accadute molte cose alla nostra protagonista Snow che ha iniziato un viaggio (anche interiore) per riuscire a trovare il suo potere e sconfiggere il male che affligge il Regno. 
Ha scoperto come affrontare il dolore grazie all'amore ed è passata da nascondersi dal passato a lottare per suo il futuro.

Ho adorato i riferimenti ai Sette Nani e al Cacciatore, che in questo caso è un fae.

White as Witching è un libro che ti fa riflettere con un finale decisamente inaspettato. 
Lo consiglio a chiunque voglia leggere un fantasy ben scritto con una storia non banale. 







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